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Coronavirus: Approvato maxi decreto “Cura Italia”
Ieri,16 Marzo, per ovviare alle pesanti ripercussioni generate inevitabilmente dal dilagarsi della pandemia del Covid-19 su imprese e famiglie, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il Maxi Decreto Legge anti-coronavirus “Cura Italia”.
Dalla possibilità per tutti i dipendenti di ottenere la cassa integrazione all’indennità di 600 euro per gli autonomi. Passando per il congedo parentale straordinario di 15 giorni – retribuito al 50% – per i genitori che lavorano. Che potranno optare, in alternativa, per un bonus baby sitter da 600 euro. Poi il rinvio a fine maggio di tutte le principali scadenze fiscali per chi non è in grado di pagare, con l’eccezione dei contribuenti con fatturato superiore a 2 milioni di euro. E la novità del “reddito di ultima istanza” per i professionisti iscritti ad enti previdenziali privati. Sono le misure principali, sul fronte del lavoro e del fisco, contenute nel decreto “cura Italia” varato lunedì dal consiglio dei ministri. Di fatto una manovra economica che assorbe tutti i 25 miliardi di indebitamento aggiuntivo autorizzati dal Parlamento. La parte del leone a livello di coperture, con interventi per 10 miliardi, la fa il sostegno all’occupazione e ai lavoratori. Nel provvedimento c’è anche un ampio capitolo di interventi per potenziare il servizio sanitario nazionale.
L’appello del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è stato però che chi non ha bisogno del sostegno al reddito non lo chieda, “perché l’onere è gravoso”, e che “chi può paghi le tasse”, in modo da ridurre lo stress per le casse dello Stato. Non a caso un articolo ad hoc prevede che chi non si avvale delle sospensioni possa “chiedere che del versamento effettuato sia data comunicazione sul sito del ministero“: una sorta di “menzione d’onore“.
IL SOSTEGNO AI LAVORATORI
Cassa integrazione – I datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività per eventi legati all’epidemia possono presentare domanda di cassa integrazione ordinaria con causale “emergenza Covid-19”. Chi aveva già in corso la cassa straordinaria o la solidarietà potrà accedere per non più di nove settimane a un nuovo trattamento di cassa ordinaria, che sospende e sostituisce il trattamento in corso. Le Regione e Province autonome possono infine riconoscere a tutte le aziende ma anche agli enti del terzo settore fino a nove settimane di cassa integrazione in deroga. La possibilità vale anche per i datori di lavoro con un solo dipendente. Si tratta dell’intervento più corposo: la copertura prevista è di 3,2 miliardi di euro. Sono esclusi però i lavoratori domestici.
Congelati i licenziamenti – Il decreto prevede il congelamento totale per 60 giorni dei licenziamenti: la decisione riguarda tutte le procedure a partire dal 23 febbraio. Quelle già avviate sono sospese.
Voucher e congedi parentali – Arriva un bonus babysitter di 600 euro per aiutare i nuclei familiari con figli minori fino a 12 anni di età, visto che asili e scuole sono chiusi. Il bonus sale fino a 1000 euro per medici, infermieri, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, operatori sociosanitari e forze dell’ordine. In alternativa, sia i dipendenti pubblici e privati sia gli autonomi potranno chiedere 15 giorni di congedo parentale straordinario – fruibile alternativamente da uno dei due genitori – con un’indennità pari al 50% della retribuzione. La fruizione è riconosciuta alternativamente ad entrambi i genitori, per un totale complessivo di quindici giorni, ed è subordinata alla condizione che l’altro genitore non abbia strumenti di sostegno al reddito né sia disoccupato. Per chi ha figli nella fascia 12-16 anni invece non ci sarà indennità. Le modalità operative per accedere a congedo o bonus saranno stabilite dall’Inps.
Permessi retribuiti con legge 104 – Il numero di giorni di permesso mensile retribuito per i lavoratori che usufruiscono della legge 104 – quelli cioè che hanno figli, coniugi o parenti entro il secondo grado disabili gravi – viene incrementato di 12 giornate per il mese di marzo e altre 12 per il mese di aprile, arrivando così a 15 giorni. In più, in linea generale si dispone che “l’assenza dal posto di lavoro da parte di uno dei genitori conviventi di una persona con disabilità non può costituire giusta causa di recesso dal contratto di lavoro” a condizione che sia preventivamente comunicata e motivata l’impossibilità di accudire il parente a seguito della sospensione delle attività dei centri socioassistenziali che di solito lo seguono.
Bonus di 100 euro per chi va al lavoro in sede – Ai lavoratori dipendenti con reddito lordo fino a 40mila euro che continueranno a lavorare nelle loro sedi di lavoro (non in smart working) verrà riconosciuto un ‘bonus’ di 100 euro per il mese di marzo, sotto forma di riduzione del cuneo fiscale, in proporzione ai giorni lavorati.
Quarantena equiparata alla malattia – Chi è in quarantena con sorveglianza attiva o permanenza domiciliare fiduciaria (quella imposta per esempio a chi è rientrato al Sud dalle regioni più colpite) si vedrà conteggiare il periodo di assenza dal lavoro come malattia e quindi riceverà regolare retribuzione. La quarantena sarà inoltre esclusa dal periodo di comporto, cioè dal calcolo del numero massimo di giorni di malattia oltre il quale il datore di lavoro può licenziare. Servirà il certificato del medico curante.
Indennità di 600 euro per gli autonomi e gli stagionali – Ai lavoratori autonomi e partite Iva e ai cococo iscritti alla Gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, è riconosciuta un’indennità una tantum di 600 euro per il mese di marzo, non tassata. Questo in attesa del successivo decreto che arriverà in aprile. Un bonus dello stesso importo viene assegnato anche ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali, ad artigiani e commercianti non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria, agli stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro e a favore degli operai agricoli a tempo determinato che abbiano svolto almeno 50 giornate di lavoro.
I 600 euro spettano anche ai lavoratori dello spettacolo, se sono iscritti al relativo fondo pensione, hanno almeno 30 contributi giornalieri versati e redditi inferiori a 50mila euro. I bonus non sono cumulabili e non vanno a chi percepisce il reddito di cittadinanza. C’è un limite di spesa complessivo di circa 2 miliardi di euro.
Reddito di ultima istanza – Nel decreto è spuntato anche un aiuto per i lavoratori iscritti a enti previdenziali privati, dunque dai geometri agli agenti di commercio gli ingegneri passando per avvocati e giornalisti. La disposizione riguarda coloro che “hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro” a causa del coronavirus. Per loro viene istituito un Fondo per il reddito di ultima istanza che dovrà garantire “il riconoscimento di una indennità, i cui criteri di priorità e modalità di attribuzione sono demandati ad un decreto del Ministro del Lavoro“.
L’aiuto per chi ha un mutuo – Chi ha un mutuo sulla prima casa e si trova in difficoltà potrà chiedere la sospensione delle rate del mutuo anche se è un lavoratore autonomo. Viene infatti esteso l’ambito di intervento del Fondo Gasparrini, oggi riservato alle famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro, morte o non autosufficienza. Autonomi e liberi professionisti saranno ammessi al beneficio se autocertificano di aver perso oltre un terzo del fatturato (rispetto a quello dell’ultimo trimestre 2019) a causa dell’emergenza. Non occorre presentare l’Isee.
Reddito di cittadinanza – Il governo sospende per due mesi le misure di condizionalità previste dal reddito di cittadinanza quali l’immediata disponibilità al lavoro e all’impegno in attività di servizio alla comunità. Per “contrastare la diffusione del virus limitando gli spostamenti delle persone”, sono sospesi per due mesi anche le misure di condizionalità e i relativi termini previsti per i percettori di Naspi e Discoll e per i beneficiari di integrazioni salariali.
I truffati dalle banche – I risparmiatori che hanno perso i loro soldi nei crac bancari avranno più tempo per presentare la richiesta di ristoro: slitta dal 18 aprile al 18 giugno il termine per le domande al Fondo di indennizzi per i risparmiatori, il Fir. Anticipo del 40% dell’indennizzo concordato, invece, per chi avesse già concluso la pratica.
LE MISURE FISCALI
Versamenti sospesi fino a fine maggio per i “piccoli” – I versamenti di ritenute, di trattenute dell’addizionale regionale e comunale, dell’Iva annuale e mensile e dei contributi Inps e Inail che erano previsti entro il 16 marzo sono sospesi fino al 20 per i grandi contribuenti. I titolari di partita Iva con ricavi non superiori a 2 milioni di euro nel 2019 avranno tempo fino a fine maggio. Stessa scadenza, ma in questo caso per la totalità dei contribuenti, la scadenza per ogni appuntamento col fisco diverso da ritenute e trattenute. Stop quindi a cartelle esattoriali ed accertamenti esecutivi. Andranno inviate solo le comunicazioni relative alla dichiarazione dei redditi precompilata. Gli adempimenti sospesi vanno effettuati entro il 30 giugno 2020 senza applicazione di sanzioni.
Stop alla ritenuta d’acconto per professionisti – I professionisti senza dipendenti, con ricavi o compensi inferiori a 400.000 nel periodo di imposta precedente, non devono applicare la ritenuta di acconto sulle fatture di marzo e aprile. Verseranno in un’unica soluzione entro fine maggio oppure in cinque rate sempre a partire da maggio.
Sospensioni senza limite di fatturato per tutti i settori più colpiti – Non c’è limite di ricavi, invece, per quanto riguarda le agevolazioni concesse ai settori messi in ginocchio dall’emergenza, che in questa fase non potrebbero sostenere forti uscite di cassa: il decreto infatti allarga la boccata di ossigeno già concessa al turismo e agli alberghi. In particolare sono sospesi fino a fine maggio i versamenti di ritenute, contributi previdenziali e contributi Inail anche per tutti i ristoranti, gelaterie, pasticcerie, bar, pub, palestre, piscine, teatri, sale concerto, cinema, ricevitorie del lotto e scommesse, soggetti che organizzano corsi, fiere ed eventi, gestori di musei, biblioteche, luoghi e monumenti storici ma anche riserve naturali e parchi divertimento. Idem per chi gestisce asili nido, servizi di assistenza per minori disabili, autoscuole, servizi educativi, servizi trasporto passeggeri, servizi di noleggio di mezzi di trasporto e di attrezzature sportive, guide turistiche. Le società sportive sia professionistiche sia dilettantistiche avranno tempo invece fino al 30 giugno. Il pagamento – senza sanzioni né interessi – andrà fatto in un’unica soluzione entro il 31 maggio oppure in cinque rate di pari importo a partire da maggio.
Colf e badanti – Le famiglie non sono tenute a pagare i contributi di colf e badanti in scadenza tra il 23 febbraio e il 31 maggio. I versamenti andranno fatti entro il 10 giugno 2020 senza sanzioni e interessi.
Credito d’imposta per botteghe e negozi – A chi fa attività d’impresa e ha un negozio o una bottega in affitto è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020